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 Il mental coaching sportivo: l’esperienza di Arianna Masu

|  19/01/2022

-  Laura Alfieri

Il mental coaching sportivo: l’esperienza di Arianna Masu

Arianna Masu, mental coach

Qual è il ruolo del mental coaching nello sport? Quali sono i risultati che si possono ottenere, quando a un fisico prestante si abbina una mente preparata alle sfide? Dopo aver ripercorso un po’ di storia di questa disciplina, scopriamo, con l’aiuto di Arianna Masu, mental coach per la pallavolo e non solo, come lo sport sia una vera e propria palestra di vita e come allenare la mente sia importante per ogni tipo di prestazione.

 

Mental Coaching: la storia

Coaching: già l’origine del nome è significativa. Deriverebbe dalla parola francese “coche”, che significa “carro” o “cocchio”, quindi un mezzo in grado di trasportarci da un luogo all’altro.

Da quando Marcel Jacobs ha vinto la medaglia d’oro nei 100 metri alle Olimpiadi 2021 e ne ha parlato pubblicamente, tutti, anche chi non segue abitualmente lo sport, sanno ormai cosa sia il mental coaching.

In Italia è una disciplina relativamente recente, ma sempre più diffusa, a tutti i livelli. Se ne avvalgono, infatti, non soltanto atleti, ma anche manager, professionisti di vari settori, studenti.

Il mental coaching è nato effettivamente in ambito sportivo, negli Stati Uniti, tra gli Anni ’60 e ’70. Il coach era colui che seguiva la squadra anche da un punto di vista emotivo, indicando gli obiettivi comuni e costruendo un forte spirito di gruppo.

Dallo sport la pratica del coaching si è poi estesa al mondo dell’economia, dell’educazione, del benessere personale ecc., tanto che si parla di business coaching, life coaching, relationship coaching e così via.

In sintesi, è un aiuto per migliorare la propria vita in senso lato, una guida alla scoperta e alla valorizzazione del proprio potenziale più o meno nascosto.

 

Lo sport come scuola di vita

Lo sport come metafora e scuola per la vita definisce la visione di Arianna Masu, da diversi anni docente e mental coach della “Pallavolo Gonzaga Giovani”.

Arianna ha un passato da sportiva alle spalle, come giocatrice e allenatrice di pallavolo, una laurea in Scienze Motorie e un master in Mental Coaching conseguito con una scuola americana nel 2012, quando in Italia praticamente non se ne parlava quasi.

Conosce, perché li ha vissuti in prima persona, i momenti di stress a cui un atleta inevitabilmente va incontro, prima, durante e dopo una competizione: in particolare, quando la performance non è all’altezza delle sue aspettative e del suo impegno nell’allenamento, o quando l’allenatore non lo fa giocare quanto vorrebbe, tanto per citare i casi più comuni.

Oggi si occupa principalmente di giovani, in ambito sportivo, ma non soltanto: li segue nella vita personale, per quanto riguarda le relazioni con i genitori, i compagni di scuola, i professori, o per le difficoltà nello studio. Perché i due ambiti, quello sportivo e quello personale, sono in realtà molto più connessi di quanto si pensi.

 

Lo sport in generale è una scuola di vita. Le difficoltà che si hanno oggi sul campo, con i compagni, gli allenatori, gli avversari, il pubblico, gli arbitri… domani saranno nella vita reale, sul posto di lavoro, davanti a un esame universitario…L’atteggiamento che si ha verso la gara, la messa a fuoco degli obiettivi, l’autostima, sarà lo stesso nella vita reale” – A. Masu, mental coach

 

Allenare la mente: quanto è importante

Lavorare sulla mente, dunque, oggi fa parte dell’allenamento, e non è meno importante del resto.

Intorno a un atleta ci sono tante figure. Secondo Masu, è importante che l’allenatore, che è sicuramente una delle principali, dialoghi con i ragazzi, comunichi gli intenti e le motivazioni di certe scelte tecniche o di allenamento. A maggior ragione adesso, dopo il periodo complicato che abbiamo vissuto.

 

Quando ci si prepara ad affrontare una gara – conclude la mental coach – sapere già in anticipo che si andrà incontro a una situazione di stress comporta dei risultati positivi. A parità di prestazione fisica, è l’atteggiamento verso la realtà che fa la differenza. È fondamentale lavorare sul mindset: avere una mentalità vincente, porsi le domande corrette e soprattutto essere concentrati sul presente, sul qui e ora, incide sulla performance.” – A. Masu, mental coach

 

> www.ariannamasu.com

> it.linkedin.com/in/arianna-masu

> www.mentaltrainingitaly.com/arianna-masu

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Laura Alfieri

Giornalista | Ufficio stampa associazione sportiva

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