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 Riforma dello sport 2023, è tempo di adeguarsi: un esperto ci spiega come.

|  20/12/2022

-  Laura Alfieri, Giacomo De Martino

Riforma dello sport 2023, è tempo di adeguarsi: un esperto ci spiega come.

Riforma dello Sport 2023

Cosa prevede la Riforma dello Sport 2023? Quali sono le principali differenze rispetto alla proposta del 2021? Cosa cambia per Società e Associazioni sportive? E per i lavoratori dello sport?

Il Decreto Legge “Milleproroghe” ha disposto il rinvio al 1° luglio 2023 delle disposizioni della Riforma dello Sport. Specificamente, tutte le disposizioni del d.lgs. 36/2021 saranno attuate dal 1° luglio 2023.

È dunque fondamentale sfruttare i prossimi mesi per aggiornarsi, comprendere e adeguarsi ai cambiamenti indicati dal Dipartimento per lo Sport. Perciò, grazie alla consulenza del Commercialista sportivo Donato Foresta e al Comitato Provinciale di Milano Monza e Lecco, chiariamo i punti più importanti della Riforma dello Sport.

In un articolo suddiviso in tre capitoli, analizziamo insieme lo spirito e gli intenti della Riforma, per comprendere come SSD, ASD e tutti i lavoratori dello sport debbano operare. L’iter legislativo aiuterà a capire i diversi passi di una riforma che è evoluta negli anni e ha apportato modifiche fondamentali in Italia: prima tra tutte, la definizione di lavoratore sportivo.

Con il supporto degli esperti che hanno permesso di fare chiarezza, nei prossimi capitoli tratteremo le nuove tipologie di contratto e l’introduzione di novità fondamentali, come l’abolizione del vincolo sportivo.

Lo spirito e gli intenti

L’intento principale della Riforma dello Sport 2023, e in particolare di uno dei decreti legislativi di cui si compone, è quello di dare maggiori tutele assistenziali e previdenziali ai lavoratori dello sport, senza però appesantire troppo la spesa e gli adempimenti delle associazioni (ASD) e delle società (SSD) sportive dilettantistiche.

La materia è alquanto complessa e, per fare un po’ di chiarezza su quello che ci aspetta nei prossimi mesi, Massimo Sala, Presidente del Comitato Territoriale di Milano-Monza-Lecco della Fipav, ha organizzato un webinar dal titolo “Riforma dello sport: stato attuale e possibili evoluzioni” , in cui ha invitato il dottor Donato Foresta, commercialista ed esperto di fiscalità in ambito sportivo, a illustrare i punti principali di questa Riforma. Ci si è soffermati in particolare su un tema “caldo”, cioè l’inquadramento contrattuale, che da gennaio 2023 riguarderà tutte le figure che lavorano in ambito sportivo, anche chi svolge attività per poche ore e per un compenso minimo.

L’iter legislativo

La Riforma dello sport 2023 prende avvio nel 2019, con la Legge Delega n. 86/2019, cui hanno avuto seguito cinque decreti legislativi nel 2021. Quelli che ci interessano maggiormente sono il D.lgs. n. 36, che riguarda i rapporti di lavoro nel settore sportivo, e il D.lgs. n. 39 sulla semplificazione degli adempimenti relativi agli organismi sportivi.
Quello che entra in vigore il prossimo 1° luglio è proprio il D.lgs. n. 36/21 (che di seguito si indicherà come Riforma Spadafora”, dal nome del Ministro dello sport e delle politiche giovanili sotto il governo Conte II, Vincenzo Spadafora): manca quindi poco per adeguarsi.
Peraltro, questo decreto è già stato oggetto di modifica da parte di un altro decreto, il D.lgs. 163/22 , entrato in vigore il 5 ottobre 2022 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 novembre), che la corregge e, per alcuni aspetti, fortunatamente la migliora. Lo si chiamerà qui di seguito “decreto correttivo”.

La definizione di lavoratore sportivo

Sono molteplici le figure che appartengono al mondo dello sport. La Riforma del 2023 si occupa innanzitutto di definirle, specificando la loro natura professionale o meno, e riconoscendo ad ognuno uno specifico statuto lavorativo.

Veri e propri lavoratori

La grossa novità introdotta con la Legge Delega n. 86/2019 è che il collaboratore sportivo è riconosciuto come un lavoratore a tutti gli effetti e, in quanto tale, ha diritto a ricevere una tutela previdenziale, assistenziale (malattia, infortunio), supporto per la maternità, per la disoccupazione ecc. Questo dovrebbe avvenire senza incidere troppo sui costi di gestione per le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) e le SSD (Società Sportive Dilettantistiche).

Fino a questo momento, ai collaboratori sportivi, al di sotto dei 10.000 euro di compenso annui, si applicava l’articolo 67 del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), che non prevede il pagamento di imposte e contributi. Tuttavia, la Corte di Cassazione di recente è intervenuta pesantemente sui contratti di collaborazione, stabilendo che il ricorso all’art. 67 non può essere così ampio come troppo spesso accade nel settore sportivo dilettantistico.

Deve, cioè, essere circoscritto solo ai casi in cui il collaboratore svolga l’attività “per diletto”, non professionalmente (l’attività professionale è da intendersi “con frequenza quotidiana”, oppure se compiuta da soggetti che hanno dei titoli di studio specifici o certificazioni federali). Gran parte delle collaborazioni sportive gestite fino ad adesso, insomma, è “fuori legge” e può essere sanzionata in dall’Inps o dall’ispettorato del lavoro, oppure in caso di contenziosi con i collaboratori stessi; può essere imposto anche il pagamento dei contributi pregressi.

Definizione delle aree sportiva professionistica e sportiva dilettantistica

Con la Riforma (D.lgs. 36/21), è la prima volta che nell’ordinamento giuridico italiano viene definita la distinzione tra area sportiva professionistica e dilettantistica.

L’area del dilettantismo comprende associazioni e società che svolgono attività sportive con prevalente finalità altruistica. Per quanto riguarda specificamente la pallavolo, la Federazione Italiana Pallavolo ha scelto di non rientrare nell’area professionistica; pertanto, anche ai massimi livelli ci troviamo sempre nell’area del dilettantismo.

Le figure dello sport

La Riforma, nella sua versione originaria, stabilisce che chiunque operi nel settore sportivo, sia professionistico sia dilettantistico, è un lavoratore a tutti gli effetti, e individua sette figure:

– Atleta
– Allenatore
– Istruttore
– Direttore tecnico
– Direttore sportivo
– Preparatore atletico
– Direttore di gara

Il decreto correttivo n. 163/22 aggiunge un’altra categoria residuale , per figure con mansioni necessarie per svolgere una specifica disciplina (escluse quelle amministrativo-gestionali), lasciandone la definizione alle singole federazioni.
La Riforma Spadafora esplicita che tutte queste figure devono avere uno dei seguenti contratti:

– Subordinato
– Autonomo (con Partita Iva)
– Collaborazione coordinata e continuativa (tipologia che, tolta di fatto con il “Jobs Act” nel 2015, è stata mantenuta nel settore sportivo)
– Lavoro occasionale
– Amatoriale

Il decreto correttivo 163/22 elimina le categorie del lavoro occasionale e amatoriale. Non è stato introdotto dal correttivo nessun nuovo tipo di contratto specifico per il settore.

Gli specialisti che hanno permesso di fare chiarezza

A pochi giorni dall’approvazione della Riforma dello Sport 2023, il Comitato Provinciale di Milano Monza e Lecco, appartenente alla Federazione Italiana Pallavolo, ha organizzato una conferenza gratuita aperta a tutti, per aiutare associazioni e lavoratori a comprendere i cambiamenti in atto. Il presidente del Comitato Provinciale, Massimo Sala, ha organizzato l’incontro con la consulenza del dottor Donato Foresta, commercialista a Milano.

Massimo Sala

Massimo Sala – Pres. Comitato Prov. Milano Monza Lecco

Nel 2021 ha cominciato il suo terzo mandato in Fipav, ricoperto prima come Presidente del Comitato Provinciale di Monza Brianza e poi di Milano-Monza-Lecco.
Dopo un passato giovanile da pallavolista, è sempre stato attivamente impegnato a livello dirigenziale nella Federazione: è stato arbitro per 8 anni, fino ai Campionati regionali, designatore arbitri per 15 anni e membro della Commissione giudicante, prima a Milano e in seguito a Monza.
Ha fatto anche il dirigente per diverse società di pallavolo ad Agrate, dove vive, e a Vimercate.

 

Donato Foresta

Donato Foresta – Commercialista

Commercialista e Revisore legale dei Conti, Master in Business Administration presso la SDA Bocconi di Milano. Socio fondatore della società 5IVE SPORT CONSULTING SRL per la consulenza per lo sviluppo dell’impiantistica sportiva in ambito di partenariato pubblico privato (project financing). Partner dello Studio Associato FRPA Veritax, dottori commercialisti. Docente della Scuola Regionale dello Sport del CONI Lombardia nei corsi di formazione per dirigenti sportivi; docente della 24ore Business School nel Master in management dello sport nell’area di elaborazione di business plan per la costruzione e gestione di impianti sportivi; docente dell’Università degli studi Bicocca di Milano nel Master in diritto sportivo e Rapporti di Lavoro nello Sport. Dal 2019 è socio e componente del comitato di redazione della rivista on- line “Fiscosport”.

 

 

Nel prossimo articolo si approfondiranno le diverse tipologie di contratto stabilite dal decreto correttivo.

Laura Alfieri, Giacomo De Martino

Laura Alfieri, Giacomo De Martino

Giornalista | Ufficio stampa associazione sportiva

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