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 Sitting Volley – Seduti per sport

|  03/03/2023

-  Giacomo De Martino

Sitting Volley – Seduti per sport

Sitting volley - seduti per sport

La pallavolo paralimpica, in versione internazionale detta Sitting Volley, non è una variante della pallavolo.
Che cos’è allora il sitting volley? È uno sport ricco di regole, tecniche, strategie e sorprese. Potresti partecipare anche subito ad una partita di sitting volley, senza averlo mai saputo.
Come si gioca a sitting volley? Con le tecniche della pallavolo, ma senza essere pallavolo; con le mani, con i piedi (direbbe una canzone), ma soprattutto seguendo una regola fondamentale che lo rende un’attività unica e per tutti.

Che cos’è il sitting volley?

Il sitting volley è uno sport inclusivo conosciuto anche come pallavolo paralimpica. Il sitting volley nasce per permettere a giocatori disabili di praticare attività pallavolistica. È uno sport intenso, perché prevede un’attività simile al volley, ma con differenze tra pallavolo e sitting volley che rivoluzionano il gioco. La regola fondamentale è che non si possono staccare le natiche da terra. Questa pratica prevede un’ottima preparazione degli arti superiori, che devono eseguire i fondamentali della pallavolo senza il supporto delle gambe.

La definizione di sitting volley rischia di subire l’influenza eccessiva della pallavolo. I due sport presentano svariati elementi in comune, ma sarebbe un errore parlare del sitting volley come di una variante del volley. È quindi necessario capire da dove nasce il sitting volley, chi può giocare a sitting volley e l’autonomia che ha rispetto alla pallavolo.

Dove nasce il sitting volley

Chi ha creato il sitting volley? Come tutte le invenzioni, anche gli sport hanno i propri genitori. Il sitting volley deve le sue origini ad un adattamento di un gioco tedesco, il sitzball. Si tratta di una disciplina dalle radici popolari, che prevede di giocare da seduti, in un campo ridotto, separato da una rete sollevata un metro da terra. In particolare, il sitzball si differenzia dagli sport affini alla pallavolo (sitting volley, beach volley, beach sitting volley) per una regola: la palla può rimbalzare una volta a terra, prima di essere colpita.

Il sitzball è uno sport poco conosciuto, ma ancora praticato e offre azioni esilaranti, guarda il video delle migliori azioni di sitzball:

Per capire dove nasce il sitting volley, quello che è oggi uno degli sport paralimpici, è necessario tornare nel 1956. Quell’anno, nei Paesi Bassi (Olanda), Tammo Van der Scherr e Anton Albers, fondano il sitting volley, attraverso la fusione del sitzball e della pallavolo indoor.

Lo spunto giunge in realtà dall’Inghilterra, dal National Spinal Injuries Center. Nel 1944, in piena Seconda Guerra Mondiale, il neurochirurgo Ludwig Guttman decide di proporre alcune discipline sportive adattate all’handicap agli invalidi delle forze armate Britanniche. Grazie alla motivazione per lo sport, gli invalidi raggiunsero risultati molto superiori a quelli favoriti dalla normale chinesiterapia. Nel giro di pochi anni lo sport dei disabili da terapia riabilitativa divenne attività ricreativa e poi agonistica.

Parlando di origini, Sitting Volley fa riferimento esplicito alla disabilità degli arti inferiori. Tuttavia, oggi lo sport paralimpico accoglie varie categorie di disabilità (amputati, poliomielitici, paraplegici, cerebrolesi) e anche soggetti normodotati, non richiedendo l’utilizzo di strumenti specifici come le sedie a rotelle.

Inserito ai Giochi Paralimpici di Arnhem (Olanda) nel 1980, fino alle Paralimpiadi 2000 a Sydney (Australia), il Paravolley era diviso in due modalità: in piedi (Standing Volley) e seduti (Sitting Volley). Dai Giochi ad Atene del 2004, è rimasto soltanto il Sitting Volley.

Chi può praticare il sitting volley

Una partita di sitting volley, a livello non agonistico, può essere disputata congiungendo sullo stesso campo normodotati e disabili. Il regolamento e le tecniche permettono al sitting volley di inserirsi tra gli sport inclusivi. Infatti, il sitting volley rende possibile il confronto tra giocatori normodotati e disabili, ponendoli letteralmente sullo stesso piano.

Così, chi può praticare il sitting volley è chiunque voglia mettersi alla prova con uno sport ancora poco conosciuto, ma davvero entusiasmante. Può praticare il sitting volley un giocatore di pallavolo che voglia scoprire un nuovo punto di vista; chi non ha mai praticato pallavolo e si appassiona a una disciplina in cui si fondono spirito di squadra, tecniche di volley e divertimento personale.

Le regole del sitting volley prevedono diverse classificazioni di disabilità, in base alle quali poter giocare a livello agonistico o meno. In ogni caso, chi può praticare il sitting volley sono gli amanti dello sport, che sfidano sé stessi oltre qualsiasi disabilità: ce lo insegnano grandi campionesse, come Francesca Fossato. Il sitting volley “è uno sport per atleti a tutti gli effetti, non per supereroi, né per giocatori inferiori”.

Guarda l’intervista a Francesca Fossato, atleta olimpionica di Sitting Volley:

L’autonomia rispetto alla pallavolo

È lecito rispondere alla domanda “come si chiama la pallavolo per disabili” con “sitting volley”?

Qual è lo scopo del sitting volley, è chiaro: l’intenzione delle regole del sitting volley, ispirate profondamente alla pallavolo, è permettere a giocatori disabili di potersi confrontare in uno sport complesso come la pallavolo. Ma al tempo stesso, il sitting volley non è soltanto pallavolo da seduti.

Il sitting volley è uno sport a sé, anche se nasce dai fondamentali della pallavolo. Si tratta infatti di uno sport inclusivo, che permette la partecipazione di tutti. Solo nelle categorie agonistiche Federvolley sitting volley o Fipav sitting volley, non è possibile la partecipazione di normodotati.

Per ogni altra competizione, il sitting volley non preclude la partecipazione di atleti normodotati (a livello non agonistico). Dunque, non si può definire questo sport come una variante della pallavolo. Inoltre, il sitting volley non è la risposta a come si chiama la pallavolo per disabili: infatti, prevede un’attività molto differente a livello fisico e tecnico, rispetto alla pallavolo.

Infine, il sitting volley in Italia ha la sua autonomia federale rispetto alla pallavolo: la Federvolley Sitting Volley ha sviluppato anche un logo sitting volley, che si ispira alla regola centrale della pallavolo da seduti. Al tempo stesso, con i suoi colori e la forma che ricorda un abbraccio, il logo sitting volley evoca subito un’attività inclusiva, che può coinvolgere chiunque.

Come si gioca a sitting volley?

Il sitting volley è uno sport che adatta i fondamentali della pallavolo ad una situazione radicalmente diversa. Dal campo di sitting volley alla rete di sitting volley, i condizionamenti per i giocatori sono molteplici. Giocare in uno spazio ristretto, soprattutto senza potersi sollevare da terra, genera azioni, acrobazie, tattiche e, nella storia anche alcune regole del sitting volley davvero sorprendenti.

Quali sono le dimensioni del campo di sitting volley

Un campo speciale, una rete diversa, tecniche originali, il sitting volley contempla colpi che la pallavolo conosce bene, ma condizionati dalla regola fondamentale: le natiche devono sempre rimanere a contatto con il terreno.

Questa grande regola maestra comporta movimenti e tecniche che nessun campo di pallavolo ha mai visto. Partiamo dallo spazio in cui ci si muove, studiando le dimensioni campo sitting volley. A intuito, uno sport giocato da seduti prevederà uno spazio ridotto. Ma soprattutto, da seduti non si salta, perciò quanto è alta la rete del sitting volley?

Come nella pallavolo, sia per il campionato femminile che per quello maschile il terreno di gioco è sempre lo stesso.
Campo sitting volley: metri 10 x 6

Sempre come nella pallavolo, sono previste diverse altezze della rete, in base al campionato:

    • Rete sitting volley femminile: metri 1.05
    • Rete sitting volley maschile: metri 1.15

Le particolari misure del campo sitting volley permettono il gioco senza l’utilizzo delle gambe, che comporta continui spostamenti anche ad alta velocità, ma basati sullo scivolamento. L’altezza della rete consente ai giocatori di attaccare senza sollevarsi dal terreno, colpendo la palla anche a notevoli altezze al di sopra del nastro. Sempre le caratteristiche del campo generano una diversa incisività dei fondamentali, rispetto alla pallavolo: per esempio, acquista ancora più rilevanza il muro, già incisivo nella pallavolo di alto livello.

Quali sono le regole del sitting volley?

Le regole del sitting volley hanno alcune somiglianze con quelle della pallavolo. La modalità di gioco alla base è la stessa, prevedendo tre tocchi, momenti differenti come la ricezione e la difesa. Nel sitting volley, fondamentali che vediamo in qualsiasi gara di pallavolo, tra alzate, attacchi, battute, si ripresentano quasi identici.

Nel sitting volley, regole di gioco principali sono le natiche sempre attaccate a terra (con alcune eccezioni in difesa) e la possibilità di giocare a prescindere dalla classificazione della disabilità: tutte le tecniche del sitting volley simulano quelle di pallavolo, ma adattandosi a questi due principi di gioco.

Oltre all’obbligo delle natiche a terra, una delle regole del sitting volley di maggior rilievo è la possibilità di murare (e attaccare) la battuta. Questa è una vera rivoluzione rispetto alla pallavolo giocata in piedi. Infatti, in base al posizionamento del muro sulla battuta avversaria, si modificano del sitting volley schema di gioco, zone di competenza dei giocatori e quindi scelte di posizionamento e attacco.

Nel sitting volley campo da coprire ce n’è a sufficienza per molti giocatori. Il terreno di gioco può appareire ridotto, ma provare un’esperienza di sitting volley rivela quanto sia complesso difendere 24 metri quadrati. Perciò, quanti giocatori ci sono nel sitting volley? Come nella pallavolo, saranno sei i giocatori a doversi suddividere le competenze in campo.

Tra le regole del sitting volley, un’altra interessante è che la battuta può avvenire con i piedi e le gambe all’interno del campo da gioco. Nella pallavolo questo sarebbe considerato fallo, ma nel sitting volley a comandare le decisioni arbitrali, in completa coerenza con l’obiettivo inclusivo, sono le natiche, non i piedi.

Per un esempio concreto, il Comitato Italiano Paralimpico dedica al sitting volley video di sintesi delle regole del gioco, mostrando alcune azioni incredibili che questo sport può generare:

Le principali differenze tra il gioco della pallavolo e il sitting volley

Esistono tante curiosità sulle regole del sitting volley, ma la maggior parte delle risposte si troveranno conoscendo la pallavolo. Nel volley in piedi esistono falli come l’accompagnata o la doppia. Come si può colpire la palla nel sitting volley? Esattamente con le stesse modalità, cioè senza trattenerla, senza toccarla due volte.

Così come la durata di una gara: accade di sentirsi domandare quanto dura una partita di sitting volley, o più spesso di pallavolo. A differenza che nel calcio, la questione corretta sarebbe quanti punti bisogna fare per vincere un set nel sitting volley? La risposta è ancora nella pallavolo, il punteggio è identico (gare al meglio dei tre set, da 25 punti ognuno, con la possibilità di andare ai vantaggi).

Tranne che per qualche regola base, per la certificazione di disabilità dei partecipanti per il campionato agonistico indetto dalla Federvolley sitting volley, per l’altezza rete e dimensioni campo, il sitting volley e la pallavolo sono davvero simili. Ma se il DNA è molto simile, tra pallavolo e sitting volley rimangono differenze importanti, come le invasioni: nel sitting volley non esiste l’invasione sotto rete con i piedi, le gambe fino alle natiche possono andare nel campo avversario se non interferiscono con il gioco.

Pallavolo per disabili: dove giocare

A Sesto San Giovanni la nuova società sportiva Ad Astra Volley apre i corsi di sitting volley. Chiunque è invitato a curiosare, giocare, iscriversi!

Visita la pagina dedicata alla categoria e scrivi una mail a info@adastravolley.com per maggiori informazioni! Puoi contattare Ad Astra Volley – Corso di Sitting Volley anche con messaggio al numero WhatsApp 351.816.27.20.

Giacomo De Martino

Giacomo De Martino

Giornalista | Ufficio stampa associazione sportiva

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