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 I Fondamentali della Pallavolo: tutto quello che devi sapere per cominciare a giocare

|  08/06/2023

-  Laura Alfieri

I Fondamentali della Pallavolo: tutto quello che devi sapere per cominciare a giocare

I cinque fondamentali della pallavolo

Per cominciare a giocare a pallavolo, occorre conoscere prima di tutto i gesti tecnici di base, che sono chiamati, non a caso, i “fondamentali”. Quali sono? Come si eseguono? A che cosa servono? Una volta che li avrai chiari e inizierai a padroneggiarli, il tuo gioco sarà efficace e vincente!
I fondamentali devono far parte del bagaglio indispensabile di ogni giocatore, a prescindere dal ruolo che ricopre o andrà a ricoprire in futuro, in base alle sue attitudini.

Quali e quanti sono i fondamentali della pallavolo?

Sono cinque: 

  • Battuta (o servizio)
  • Palleggio
  • Bagher
  • Schiacciata
  • Muro

In base a quali parti del corpo sono coinvolte in modo più o meno equilibrato, si definiscono fondamentali simmetrici il palleggio, il bagher e il muro, mentre la battuta e la schiacciata sono considerati asimmetrici. 

Battuta: che cosa è e a cosa serve

Detta anche “servizio”, è l’azione che mette la palla in gioco, lanciandola nel campo avversario. È il primo gesto d’attacco e, se ben eseguito, può mettere in seria difficoltà l’altra squadra e far guadagnare subito un punto.
Si mette in atto fuori dalla linea di fondo campo, sia all’inizio di ogni set sia ogni volta che la squadra ha segnato un punto.

Chi esegue la battuta nella pallavolo?

Il giocatore che si trova nel punto 1 del campo (per la divisione del campo e i ruoli dei giocatori https://adastravolley.com/le-regole-della-pallavolo-spiegate-in-modo-semplice-e-chiaro/). La battuta deve essere eseguita entro 8 secondi dal fischio dell’arbitro. 

Quali sono i tipi di battuta?

Quelli base sono tre:

  • dal basso: la più semplice, è la prima che si insegna ai principianti ed è obbligatoria fino agli Under 14. Consiste nel lanciare la palla in aria con una mano e colpirla con l’altra mano, dal basso verso l’altro;
  • dall’alto: è la più classica ed è anche la più efficace. Il giocatore lancia la palla in aria con una mano e la colpisce con l’altra, dall’alto. I giocatori più esperti fanno anche una leggera rincorsa e saltano, per imprimere maggiore forza;
  • flottante: il giocatore (ma bisogna essere davvero bravi, è un gesto da campioni!) riesce a colpire la palla in modo da darle una traiettoria imprevedibile e rendere più difficile la ricezione da parte degli avversari.

Come eseguire al meglio la battuta?

Per fare un servizio efficace occorre avere una posizione stabile, un movimento fluido del braccio, una corretta coordinazione occhio-mano e un’adeguata forza nella parte superiore del corpo. Oltre alle doti fisiche, è importante allenare anche la capacità di leggere la difesa avversaria, per scoprire e sfruttare i punti deboli.

Palleggio: che cosa è e a cosa serve

Azione davvero fondamentale, sia in attacco sia in difesa. È prerogativa del palleggiatore (chiamato anche alzatore), il vero “regista” della partita: spetta a lui, infatti, dopo aver ricevuto la palla da un difensore o un ricevitore, distribuirla a un altro compagno per l’attacco. Quando alza la palla per servire il giocatore che andrà a fare la schiacciata, si parla di “alzata”. Il palleggiatore non riceve (cioè non risponde a una battuta avversaria), ma difende, cioè può rispondere a un attacco avversario.

Come si esegue il palleggio nella pallavolo?

Tecnicamente, il palleggio si effettua portando le mani sopra la linea della fronte e formando, con i pollici e gli indici, una specie di cuore rovesciato. Il resto della mano avvolge la palla, senza però trattenerla, le braccia e le gambe si coordinano, flettendosi, per dare lo slancio necessario. A livello agonistico, la maggior parte delle azioni di questo tipo avviene “in sospensione”, cioè saltando senza toccare terra al momento del palleggio. Lo scopo è velocizzare il gioco e sorprendere gli avversari.
Il palleggiatore, oltre alle qualità tecniche, deve anche avere una buona coordinazione occhio-mano, un’ottima visione di gioco e grande conoscenza delle capacità e delle posizioni dei propri compagni. Non solo: deve anche saper valutare la traiettoria della palla e le opzioni di attacco disponibili, prendere decisioni rapidamente e comunicare in modo chiaro ed efficace con il resto della squadra. Insomma, deve essere un vero stratega del gioco.

Quanti tipi di palleggio esistono?

Il palleggio può essere eseguito sia in avanti sia lateralmente, ma anche dietro, per spiazzare la difesa avversaria. Sta al palleggiatore valutare quale sia in quel momento l’azione vincente.

Schiacciata: che cosa è e a cosa serve

È la principale azione di attacco, in cui il giocatore, ricevuta la palla dal palleggiatore, la colpisce con forza e precisione al di sopra della rete, cercando di farla cadere nel campo avversario o comunque di mettere in difficoltà la difesa.
Lo schiacciatore deve avere delle doti fisiche notevoli: capacità di elevazione, coordinamento e potenza nelle braccia. Infatti, più in alto riuscirà a saltare, più traiettorie avrà a disposizione per direzionare la palla e spiazzare gli avversari.
Il coordinamento è indispensabile, perché il giocatore deve saltare e nello stesso tempo portare il braccio prima all’indietro e poi in avanti per colpire la palla con il palmo, scaricandovi la massima potenza.
Non meno importante è la capacità di leggere il gioco avversario, per capire dove sia meglio direzionare la schiacciata.

Quali altre azioni di attacco ci sono nella pallavolo?

Una varietà di azioni di attacco rende il gioco più imprevedibile.
Oltre alla schiacciata vera e propria, che può essere a sua volta di vari tipi (diagonale, diagonale opposta, tagliata),  ci sono altre mosse:

  • Pallonetto: specie di palleggio eseguito a una o due mani, senza usare troppa forza, passando sopra o lateralmente al muro. È un gesto che può sorprendere gli avversari, che solitamente si aspettano un colpo molto più potente.
  • Smorzata: colpo che attutisce il rimbalzo della palla, provocandone un volo molto corto e una rapida ricaduta a terra. La parabola è simile a quella del pallonetto, ma si usa per spiazzare un difensore lontano dalla rete.
  • Blockout (letteralmente “mani e fuori): si colpisce con forza le mani del muro avversario, nella parte esterna, imprimendo alla palla una rotazione in modo che vada lontano. Si può eseguire anche schiacciando in diagonale per colpire il lato esterno delle mani del muro, in modo che sia il muro a mandare la palla fuori campo senza possibilità di recuperarla.

Bagher: che cosa è e a cosa serve

Nato come uno dei fondamentali della difesa, si utilizza in realtà anche per passare la palla a un compagno o all’alzatore per passare all’attacco.
Si ricorre al bagher anche per ricevere una palla, soprattutto quando è troppo bassa per essere palleggiata o schiacciata.
Si utilizzano le braccia tese in avanti, unite, con le mani giunte una sull’altra; le gambe sono leggermente flesse, la schiena dritta o o piegata. La posizione del corpo in generale si deve adattare alla situazione. 

Bagher nella pallavolo
Posizione corretta delle braccia e delle mani nel bagher

Come si esegue il bagher e perché ha questo nome?

Furono i pallavolisti cecoslovacchi a perfezionare questa tecnica, respingendo la palla con la parte interna delle braccia unite e con le mani giunte una sull’altra, come a formare una specie di scavatrice, “bagr” nella loro lingua, da cui bagher.

Il bagher si può eseguire in due modi, a seconda di come arriva la palla: 

  • se la palla ha una velocità e una potenza non eccessive, il giocatore che la riceve deve piegare le gambe e sfruttare la loro spinta per dare maggiore forza al colpo;
  • se invece la palla è molto potente, il giocatore deve rimanere fermo e usare le braccia soltanto come piano di rimbalzo.

Quanti tipi di bagher ci sono nella pallavolo?

Il tipo di bagher più frequente è quello frontale, ma si può eseguire anche lateralmente, e in questo caso le braccia si orientano verso destra o sinistra.
Ci sono poi bagher che si effettuano a terra, per recuperare una palla poco prima dell’impatto sul terreno: a tuffo, in avanti, e la rullata, di lato. 

Muro: che cosa è e a cosa serve

Il muro è un’azione di difesa, effettuata a rete, con cui i giocatori in prima linea bloccano l’attacco avversario. Si ricorre al muro sia respingere subito la palla nel campo avversario e cercare di fare punto (muro attivo) oppure deviarla di lato o indietro per favorire l’intervento dei difensori (muro passivo).
Può essere fatto da un singolo o da 2-3 giocatori in contemporanea. 

Qual è il fondamentale per eludere il muro?

La condizione necessaria perché sia valido è che i giocatori si trovino avanti, nelle vicinanze della rete, e che abbiano almeno una parte del corpo oltre essa. Inoltre, si può “invadere” il campo avversario con le braccia, ma il muro non deve interferire con l’azione dell’altra squadra, prima che la palla arrivi nella propria area di gioco. 

Come si esegue il muro nella pallavolo?

Il muro si effettua saltando in alto a livello della rete, per elevarsi al di sopra di essa, estendendo poi le braccia e tenendo le mani ben tese,  per respingere la palla, che può essere stata inviata nel proprio campo al terzo tocco degli avversari oppure essere frutto di un attacco.
Richiede un’ottima elevazione, sincronizzazione perfetta con i propri compagni, rapidità e capacità di capire quando è il momento giusto per saltare.

 

 

Da quanto letto finora, appare chiaro che nella pallavolo, più che la forza fisica, sono importanti il coordinamento,  l’affiatamento della squadra e la capacità di capire rapidamente quanto succede in campo e prendere le decisioni necessarie in poco tempo.

Tutto ciò si può acquisire con l’allenamento giusto!

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Per saperne di più

https://it.wikipedia.org/wiki/Pallavolo

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Laura Alfieri

Laura Alfieri

Giornalista | Ufficio stampa associazione sportiva

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