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 Storia della Pallavolo: quando e come è nata, chi l’ha inventata, come si è diffusa in tutto il mondo

|  26/06/2023

-  Laura Alfieri

Storia della Pallavolo: quando e come è nata, chi l’ha inventata, come si è diffusa in tutto il mondo

Storia della pallavolo

La pallavolo è uno degli sport più praticati nel mondo e il suo tasso di popolarità cresce sempre di più.  Ma forse non tutti conoscono le sue origini, quando è stata inventata e da chi.
Sì, perché, a differenza di molte altre discipline, per la pallavolo ci sono date e nomi precisi.
Scoprire di essere parte di un percorso che parte da lontano, si è incrociato anche con le vicende della Stori e ha unito continenti lontanissimi, può essere davvero intrigante.
Ma andiamo con ordine.

Uno sguardo sul passato

Si può dire che l’umanità abbia giocato a palla fin dall’antichità. Numerose testimonianze scritte e artistiche di epoca greca e romana dimostrano che giochi di squadra con la palla erano praticati già a quel tempo, come passatempo.
La mente va subito alle famose ragazze in “bikini” rappresentate nei mosaici della villa romana del Casale, a Piazza Armerina (EN), risalenti alla metà del IV secolo d.C.: tra le varie attività, giocano anche a palla.

Mosaici romani nella villa del casale
Ragazze che giocano a palla rappresentate nei mosaici romani della Villa del Casale

 

Giochi simili sono attestati anche nell’antica Cina e presso le civiltà precolombiane, ma non sappiamo nulla delle loro regole.
Anche nel Medioevo, in Europa, si amavano i giochi con la palla. La versione originaria del gioco della pallacorda, diffuso alla fine del Cinquecento, anche se forse più antico, prevedeva che si colpisse la palla con il palmo della mano protetta da un guanto, lanciandola oltre una corda tesa in mezzo al campo; in seguito si utilizzarono delle racchette.
Alla fine dell’Ottocento, in Germania si giocava a “faustball” (trad. letterale “palla-pugno”).
Si tratta di discipline simili per alcuni aspetti alla pallavolo, ma in realtà profondamente diverse.
Il volley moderno, infatti, ha tutta un’altra storia.

Dove e quando è nata la pallavolo?

Un giorno di febbraio del 1895 William Morgan, un istruttore di educazione fisica in un college di Holyoke, nel Massachusetts (USA), presentò ad alcuni colleghi un nuovo gioco di sua invenzione, che mescolava elementi del tennis, della pallamano e del baseball: un gioco con due squadre, una rete, una palla che non doveva mai cadere, un numero di tocchi infinito e la divisione della partita in set, come nel tennis, appunto. Il campo misurava 16,30×10,62 metri, la reta era alta due metri, la palla era ricavata dalla parte interna di un pallone da basket, e non era previsto un numero preciso di giocatori.

Perché è nata la pallavolo?

Sembra che l’esigenza iniziale di Morgan fosse quella di creare un’attività sportiva che si potesse praticare anche in inverno, al chiuso. Ma c’è dell’altro: Morgan era alla ricerca di un gioco diverso da quelli in voga in quegli anni, in cui non contasse tanto la forza fisica, quanto l’agilità, la velocità, la prontezza di riflessi, la capacità di concentrazione.
Quella prima dimostrazione avvenne in un college di Springfield, dove cinque anni prima era nata la pallacanestro. Il nome in origine era “Mintonette”, ispirato a un gioco praticato dalla nobiltà francese nel Settecento.
Il nome attuale si deve a un altro docente di educazione fisica, Alfred H.Halstead: ritenendo “mintonette” un po’ troppo… lezioso, un anno dopo la sua presentazione propose “volleyball”.

Come si è diffusa la pallavolo nel mondo?

La pallavolo ebbe subito successo. Si diffuse rapidamente in altri college americani, all’inizio soltanto come allenamento per le squadre impegnate in altre attività, poi come disciplina a se stante.
Due anni dopo era già praticata in America Latina (Brasile, Argentina, Uruguay). Nel 1898 arrivò nelle Filippine, portata da un insegnante di educazione fisica americano, poi in Cina e Giappone, dove fu particolarmente apprezzata. In Europa, compresa l’Italia, si affermò durante la Prima Guerra Mondiale, portata dalle truppe statunitensi. 

Come arriva la pallavolo in Italia?

Per i soldati statunitensi la pallavolo era un’attività prevista come allenamento e per i momenti ricreativi. La prima località dove comparve la pallavolo in Italia fu Porto Corsini, vicino a Ravenna, dove i militari della base idrovolanti la praticavano regolarmente, seguita poi da Treviso, Verona e Padova.
Nelle partite talvolta erano coinvolte le popolazioni locali, e questo contribuì sicuramente alla sua diffusione.
Inizialmente era praticata soltanto in ambito militare: il primo campionato, del 1923, fu vinto dalla Guardia di Finanza di Roma. Le prime competizioni ufficiali si svolgono nel 1928, mentre il primo campionato nazionale, maschile e femminile, fu disputato nel 1946, anno in cui fu anche fondata la Fipav.

Cambiamenti e innovazioni

Via via, nel corso degli anni, la pallavolo si è evoluta, avvicinandosi sempre più alla forma con cui la conosciamo oggi, attraverso varie tappe.
Nel 1900 viene introdotto un pallone specifico per questo gioco, a strisce, dalla circonferenza di 26 pollici (65-67 cm).
Nel 1912 si impone la rotazione obbligatoria dei giocatori, anche se è molto diversa da quella attuale; nel 1915 si stabilisce il numero dei giocatori (che continuava a essere indefinito, arrivano perfino a 16 per squadra!), da due a sei.
Nel 1916, nelle Filippine, fu inventata la schiacciata.
Nel 1938 fu introdotto il muro, utilizzato soprattutto nell’Europa orientale.
Poi sono state cambiate, per esempio, le dimensioni del campo, sono stati definiti i falli, l’uso del time out, il calcolo del punteggio

L’evoluzione delle regole, le federazioni e le competizioni

Per molto tempo, insomma, ogni Paese ha giocato un po’ a modo suo. In particolare, a lungo ci sono stati due modi diversi di giocare: all’occidentale e all’orientale, con la regola dei tre tocchi prima di lanciare la palla nel campo avversario, introdotta per la prima volta nelle Filippine nel 1922.
Ma era ormai evidente che occorreva stabilire regole più precise e, soprattutto, uguali per tutti.
Nel 1947 i rappresentanti di 15 federazioni si riunirono a Parigi e crearono la Fédération Internationale de Volleyball (FIVB), che esiste tuttora. In quell’occasione fu anche approvato il primo regolamento internazionale. Nel 1955 anche la pallavolo orientale si uniformò alla normativa europea.
Da lì cominciarono a essere organizzate le varie competizioni: nel 1948 il primo Campionato europeo, a Roma, vinto dalla Cecoslovacchia, nel 1949 il primo Mondiale, in Cecoslovacchia, vinto dall’URSS.
Nel 1957 la pallavolo entra a far parte degli sport olimpici e nel 1964 esordisce alle Olimpiadi di Tokyo. Nel 1924 era già stata presentata, anche se soltanto a livello dimostrativo, alle Olimpiadi di Parigi.

Olimpiadi di Tokyo 1964
La pallavolo partecipa per la prima volta alle Olimpiadi nel 1964, a Tokyo

 

La pallavolo non ha mai smesso di evolversi. Anche in tempi più recenti sono state apportate delle modifiche: per esempio, nel 1997 è stata introdotta la figura del “libero”, che prima non esisteva, e nel 2000 sono state cambiate le modalità di fare punto.
Probabilmente cambierà anche in futuro, per diventare sempre più appassionante e divertente.

 

 

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FONTI

https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_pallavolo

https://sport.it/come-nata-la-pallavolo/

https://www.treccani.it/enciclopedia/pallavolo/

https://williamhillnews.it

https://problemidivolley.it/10-bizzarre-curiosita-storia-pallavolo

 

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Laura Alfieri

Laura Alfieri

Giornalista | Ufficio stampa associazione sportiva

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